L'approccio interdisciplinare
COSA SI INTENDE PER APPROCCIO INTERDISCIPLINARE INTEGRATO:
L'approccio interdisciplinare integrato è un tentativo di risposta alla complessità e alla multifattorialità dei dca e prevede un'equipe di lavoro dove siano presenti diverse professionalità (medico nutrizionista, psicoterapeuta, dietista, psichiatra...) e il case manager, figura indispensabile per coordinare gli interventi e assicurare la continuità e specificità dell'intervento terapeutico personalizzato.
La condivisione delle competenze e degli strumenti appartenenti alle differenti professioni, nonchè un adeguato investimento di tempo e di energie nella discussione dell'equipe consentono di formulare valutazioni diagnostiche multi assiali, mettendo insieme con un movimento di integrazione le osservazioni provenienti da distinti punti di vista.
Per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare è necessario programmare progetti personalizzati che dipendono dalla fase in cui il disturbo si presenta tenendo conto che ogni step è caratterizzato da:
1. specifici bisogni
2. diversi livelli di consapevolezza della malattia
3. un certo grado di motivazionale
4. specifici meccanismi di resistenza
5. difficoltà
6. risorse
Per cui il progetto personalizzato di intervento deve considerare:
1. la modalità di pensiero
2. gli elementi familiari, contestuali ed evolutivi
3. le resistenze
4. le risorse
5. i fattori protettivi e di rischio
Centrale in tutto il progetto di cura resta il paziente, le sue relazioni, il suo momento di vita: è molto difficile che progetti di cura standardizzati, applicati in modo stereotipato a tutti i pazienti possano avere una buona efficacia per disturbi multifattoriali e complessi come i dca.
Quindi il programma di cura individualizzato formulato dall'equipe dovrà considerare sia le condizioni organiche che la diagnosi psicologica, in una prospettiva di evoluzione a seconda delle varie fasi della patologia e delle risorse, resistenze del paziente.
L'approccio interdisciplinare integrato è un tentativo di risposta alla complessità e alla multifattorialità dei dca e prevede un'equipe di lavoro dove siano presenti diverse professionalità (medico nutrizionista, psicoterapeuta, dietista, psichiatra...) e il case manager, figura indispensabile per coordinare gli interventi e assicurare la continuità e specificità dell'intervento terapeutico personalizzato.
La condivisione delle competenze e degli strumenti appartenenti alle differenti professioni, nonchè un adeguato investimento di tempo e di energie nella discussione dell'equipe consentono di formulare valutazioni diagnostiche multi assiali, mettendo insieme con un movimento di integrazione le osservazioni provenienti da distinti punti di vista.
Per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare è necessario programmare progetti personalizzati che dipendono dalla fase in cui il disturbo si presenta tenendo conto che ogni step è caratterizzato da:
1. specifici bisogni
2. diversi livelli di consapevolezza della malattia
3. un certo grado di motivazionale
4. specifici meccanismi di resistenza
5. difficoltà
6. risorse
Per cui il progetto personalizzato di intervento deve considerare:
1. la modalità di pensiero
2. gli elementi familiari, contestuali ed evolutivi
3. le resistenze
4. le risorse
5. i fattori protettivi e di rischio
Centrale in tutto il progetto di cura resta il paziente, le sue relazioni, il suo momento di vita: è molto difficile che progetti di cura standardizzati, applicati in modo stereotipato a tutti i pazienti possano avere una buona efficacia per disturbi multifattoriali e complessi come i dca.
Quindi il programma di cura individualizzato formulato dall'equipe dovrà considerare sia le condizioni organiche che la diagnosi psicologica, in una prospettiva di evoluzione a seconda delle varie fasi della patologia e delle risorse, resistenze del paziente.