La trasgressione ci aiuta a dimagrire

La trasgressione ci aiuta

Mettersi a dieta è spesso una decisione sofferta perché tornano alla mente tutti i fallimenti dietetici precedenti.
Schema rigido, regole ferree e desiderio di cibo proibito mettono a dura prova la nostra volontà.

Nasce così la voglia di trasgressione, si perde il controllo e si entra in una fase di “non dieta” dove si ricomincia a mangiare.

Si mangia senza controllo anche se ci si era ripromessi di non farlo più. Non ci si è riusciti e quindi ci si sente in colpa.

Chi ha vissuto l’esperienza dei sensi di colpa sa bene come diventa sempre più difficile riprovare un’altra dieta.

Nasce allora, l’apparente accettazione del proprio aspetto fisico, dei propri detestabili chili di troppo; è questa apparente calma che nasconde travagli interiori e che porta all’appagamento del cibo, al mangiare senza controllo, alla “non dieta”.

La non osservanza di nessuna regola ci fa vivere meglio perché solo così, se non esiste la regola, non può esserci la trasgressione.

Tuttavia trasgredire non solo non va evitato ma diventa utile.
La trasgressione va prevista, controllata e contenuta, non evitata.

Se posso trasgredire, la dieta diventa non più uno schema fisso fine a se stesso, ma uno strumento finalizzato a modificare il comportamento alimentare.

Il programma dimagrante che diventa anche e principalmente di mantenimento è dato dalla regola che prevede la trasgressione.

Debbo imparare a controllare l’assunzione di cibo allenandomi alla regola e alla gestione della trasgressione che se gestita bene e arricchita dei significati funzionali, diventa un momento di piacevole riposo e assume un significato positivo perché strettamente legata al volersi bene e al “voglio” che trova spazio tra i tanti “devo” che riempiono la giornata e la vita stessa.

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