Night eating syndrome
LA CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI ALIMENTARINella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V), prodotto dall’American Psychiatric Association (APA) sono state introdotte delle modifiche ai criteri diagnostici per l’Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa e, per la prima volta, il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (BED-Binge Eating Disorder) entra a far parte della sezione sui disturbi del comportamento alimentare come categoria diagnostica autonoma (nell’edizione precedente del manuale era compreso tra le condizioni proposte per ulteriori studi)
NIGHT EATING SYNDROME
anoressia mattutina anche se il soggetto consuma la prima colazione;
iperfagia serale, in cui è consumato il 50% o più dell’introito energetico giornaliero dopo l’ultimo pasto serale;
insonnia caratterizzata da almeno un risveglio per notte con consumo di snack durante i risvegli;
ripetizione dei sopra indicati criteri per tre mesi o più;
i soggetti non soddisfano i criteri per la bulimia nervosa o il disturbo da alimentazione incontrollata.
Sembra molto probabile inoltre che la comparsa della night eating syndrome sia legata alla presenza di fattori di stress. Per quanto riguarda l’incidenza i dati sembrano indicare circa il 2% della popolazione normale (Rand et al., 1997), il 9% dei pazienti obesi e il 27% dei pazienti severamente obesi (Stunkard et al., 1959).
Gli spuntini serali/notturni ricchi di carboidrati (circa il 70% delle calorie totali assunte) ed in modo particolare l’elevato rapporto carboidrati /proteine suggeriscono che l’alimentazione notturna è finalizzata a ristorare il sonno disturbato dei soggetti affetti da night eating syndrome.
Mettendo a confronto i soggetti obesi affetti da night eating syndrome con i soggetti obesi senza questo disturbo, si è rilevato nei primi un più elevato livello di depressione e di bassa autostima, associato ad una minore perdita di peso.