Il comportamento della persona anoressica e bulimica

COME SI COMPORTA UNA PERSONA ANORESSICA?

Chiunque almeno una volta nella vita ha sperimentato la decisione di “mettersi a dieta” e la maggior parte sarà prima o dopo ritornata alle consuete abitudine alimentari o, almeno, ad un ammorbidimento delle norme dietetiche.
Il ritorno ad un comportamento alimentare normale, non è contemplato nelle future anoressiche e la continua ridefinizione di una riduzione dell'introito calorico e di un peso più basso da raggiungere porta a superare il confine tra la dieta e l’anoressia.
Qualsiasi sia il modo per raggiungere il peso prefissato, l’obiettivo diventa unico, si sgancia da tutto il resto diventando l’unico appiglio, un compagno di viaggio.
Il digiuno, nelle sue varie forme, diventa mezzo per raggiungere ciò che si vuole, che sembra però non essere mai abbastanza una volta ottenuto; è prova di efficienza, di forza; è lo specchio del disagio che permette all’anoressia di vivere e di essere guardata.
Tutto è rigorosamente calcolato e controllato. La restrizione si accompagna al controllo del consumo calorico. Una particolare attrattiva è esercitata dal fatto di consumare più calorie di quante non vengano introdotte nell'organismo, dunque di raggiungere un cosiddetto bilancio negativo. L'aspetto patologico diviene evidente quando le giornate vengono vistosamente riempite di esercizi sportivi, quando le capacità di rendimento del corpo vengono scandagliate fino al limite ultimo; quando segnali negativi, come capogiri, debolezza, sensazioni di freddo non vengono intesi come un campanello d'allarme da parte dell'organismo ma spingono addirittura a intensificare l'allenamento.
Del controllo diventato ossessivo fanno parte anche tabelle caloriche, bilancia da cucina e di precisione, centimetro e bilancia per il corpo. La maggior parte delle anoressiche è in grado di dire in ogni momento quante calorie ha assunto e quale quota calorica può ancora ingerire nel corso della giornata. Niente viene lasciato al caso.

COME SI COMPORTA UNA PERSONA BULIMICA?
Per tutte le persone colpite vale la regola che, nonostante il presentarsi di attacchi di bulimia, esse non tollerano un aumento di peso. Vorrebbero continuare a dimagrire oppure mantenere il basso peso raggiunto. Questi obiettivi vengono perseguiti con ogni mezzo a disposizione:
- il cibo viene masticato e infine sputato
- vomito autoprovocato
- abuso di lassativi
- abuso di diuretici
Comunemente la frequenza degli attacchi aumenta nel corso della malattia e gli intervalli liberi si accorciano. Vi sono ammalate che utilizzano tutto il loro tempo libero per procurarsi il cibo e non poche iniziano a rubare soldi in casa o generi alimentari nei negozi. C’è una costante ricerca di qualcosa di commestibile.
La quantità di cibo ingerita con il passare del tempo aumenta sempre di più. Gli attacchi bulimici hanno andamenti diversi: un pasto dapprima normale può portare ad un attacco di voracità se un determinato limite è stato oltrepassato; altre ammalate progettano gli attacchi: sanno cioè che dopo aver ingerito il cibo lo espelleranno.
Molte ingurgitano il cibo rapidamente anche quando non corrono il rischio di essere scoperte. Non utilizzano né piatti né posate e prediligono cibi grassi e facili da ingurgitare; altre mangiano alimenti "permessi" all'inizio del loro attacco bulimico, solo poche non divorano il cibo, ma si godono la loro crisi bulimica.
Dopo l’attacco ad alcune capita di vomitare spontaneamente, perché dopo l'abbuffata si sentono male: altre cercano di farlo per la prima volta intenzionalmente. Ve ne sono però alcune che dopo un attacco bulimico non vomitano, né prendono farmaci ma cercano di mitigare le conseguenze del loro peccato di gola astenendosi dal cibo, per lo più attraverso un digiuno completo. Nell'attacco bulimico, se una sequenza di cibi si è rilevata particolarmente favorevole al vomito, viene spesso riutilizzata.
Alcune bulimiche riescono perfettamente a nascondere i loro attacchi ai familiari, anche per molto tempo; altre invece cercano di renderli evidenti appositamente e lo usano in modo mirato come invocazione di aiuto.

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