Il laboratorio sulle emozioni

Perché lavorare sulle emozioni?
Come nel soggetto adulto che soffre di Bed il cibo diventa l’elemento su cui sfogare in modo disfunzionale i vissuti emotivi così nei bambini con grave sovrappeso o obesità l’assunzione eccessiva di cibo diventa un modo per placare le proprie ansie e paure, tale comportamento inefficace avviene in modo inconsapevole e impulsivo.

Obiettivi del laboratorio sulle emozioni
1. Aumentare la consapevolezza e il riconoscimento degli stati emotivi in sé stessi e negli altri.
2. Promuovere la verbalizzazione delle proprie sensazioni come modo per risolvere le difficoltà interpersonali.
3. Sviluppare e promuovere la capacità di pianificazione e previsione al fine di evitare le situazioni difficili.
4. Apprendere nuove strategie comportamentali efficaci per gestire le emozioni negative.

Tale approccio terapeutico si propone, inoltre, di trasmettere ai bambini, i seguenti principi:

1. L’importanza delle sensazioni. Esse possono sorgere dall’interno del corpo o provenire dall’esterno, ad esempio in forma di segnale lanciato da un’altra persona, e forniscono indicazioni importanti. Queste informazioni possono riguardare se stessi (qualcosa che si vuole o desidera) oppure le necessità di altri.
Quello che viene insegnato ai bambini è che queste informazioni non vanno ignorate ma indagate: diventare consapevoli delle proprie emozioni richiede la comprensione di ciò che sentiamo rispetto alle situazioni, di come verbalizzare quelle sensazioni e di come riconoscerle. L’importanza di questo punto risiede nel fatto che spesso i bambini hanno paura delle loro sensazioni, e a volte non sono capaci di separare le sensazioni dai comportamenti.
2. Separare le sensazioni dai comportamenti. I bambini devono imparare a definire quali comportamenti siano accettabili e quali no, e comprendere allo stesso tempo che provare certe emozioni non sia di per sé un male, mentre può essere scorretto metterle in atto per danneggiare gli altri o se stessi.
3. Trasmissione di regole auspicabili innanzitutto per se stessi. L’idea si rifà all’antico adagio “trattare gli altri come volete essere trattati voi”, al fine che i bambini imparino ad assumere il punto di vista degli altri. Il modo per raggiungere questo è, l’AUTOREGOLAZIONE, prerequisito per l’agire responsabile.

Gli strumenti utilizzati sono:
- il colloquio clinico (anamnesi verbale)
- il gioco simbolico
- il diario di bordo: diario personale in cui il bambino trova riportate delle semplici regole da imparare e del materiale da compilare giorno per giorno;
- materiale didattico ed educativo: cd rom didattici, gioco interattivo, disegno, gioco esperienziale.

Diario di bordo
Serve al bambino per imparare attraverso il gioco a prendere consapevolezza dei suoi comportamenti e a modificare la sua alimentazione e lo stile di vita. Le regole proposte sono: zero cibi spazzatura, almeno un’ora di attività fisica al giorno, meno di due ore di tv, computer, rispetto dei cinque pasti. Lo scopo quindi è che il bambino impari uno stile di vita sano, ma che non venga a contatto fin da piccolo con diete o schemi alimentari di riferimento, ma bensì impari ad autogestirsi.

Il gioco simbolico
Il bambino che gioca costruisce una realtà fittizia la quale non è tanto una copia della realtà vissuta dal bambino quanto una interpretazione, una nuova versione.
E questa interpretazione è il risultato della sua conoscenza del reale rivisitata attraverso il filtro delle sue emozioni.

Il gioco si colloca così in bilico tra due mondi: il mondo interno (realtà soggettiva) e il mondo esterno (realtà intersoggettiva).

Diviene ponte e raccordo tra queste due realtà e costituisce il terreno più adatto perché il bambino possa conoscere, sperimentare, capire, provare il mondo esterno ma allo stesso tempo comprendersi, sperimentarsi, conoscersi, crearsi una sua identità attraverso l’espressione del suo mondo interno.

Tali strumenti variano e sono appositamente adeguati in base a due fasce d’età:
- 7-10 anni;
- 11-13 anni.
- Dai 14 ai 18 anni, sussistendo già una buona capacità di autogestione e consapevolezza, di pensiero complesso e di autonomia, il protocollo applicato è simile a quello dell’adulto.


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