La folle e pericolosissima dieta del cotone
Leggi l'articolo direttamente su Panorama.itDiffusa tra le modelle, inizia a spopolare sul web, ma gli effetti collaterali sono dannosissimi. L'esperto lancia l'allarme: "Una follia pericolosa"
di Eleonora Lorusso
Le prime a fare ricorso alla dieta del cotone sono state le modelle. Da qualche tempo a questa parte, però, si sta diffondendo anche sul web la mania di "cibarsi" di batuffoli di cotone imbevuti di qualche sostanza, come succhi di frutta, con l'idea di perdere peso. "È una follia: il cotone non è cibo, è una sostanza non digeribile e si corre, tra gli altri, il rischio di ostruzione intestinale" spiega a Panorama.it Luigi Oliva, specialista dell'Alimentazione e Coordinatore dello studio specialistico di prevenzione e cura dell'obesità e disturbi alimentari di Mestre-Venezia.
La "moda" di cibarsi solo di batuffoli di cotone, sempre più diffusa all'estero e in particolare negli Stati Uniti dove è scattato l'allarme, sta prendendo piede anche in Italia, soprattutto attraverso la Rete: se fino a pochi anni fa erano solo le modelle a farne ricorso per non perdere le linee filiformi che permettono loro di sfilare in passerella, adesso diversi siti le propongono anche alle ragazzine, senza sottolineare i reali (e gravi) effetti collaterali che ne possono derivare. Quali sono, dottor Oliva?
Prima di tutto il cotone che viene ingerito non è sempre tale: spesso si tratta di altro genere di fibre, magari sbiancate artificialmente, o colorate, e non sempre sterili. Il rischio, dunque, è quello di una intossicazione da contaminanti.
E poi?
Esisono poi altri due fattori di cui tenere conto: il primo è che con queste diete in realtà non ci si ciba, ma ci si limita a cercare di limitare o azzerare la fame gastrica, creando volume nello stomaco. Il secondo è il fatto che, come tutte queste "diete estreme", rientra nei tentativi di dimagrimento a tutti i costi, che portano con sè inevitabilmente disturbi alimentari. Il principale effetto collaterale è dunque la malnutrizione, perché ci si priva di calorie e nutrienti: è come non mangiare affatto. Il secondo danno è che si crea una tendenza ad un comportamento errato, al non mangiare in modo ripetuto.
Quali sono i danni a livello fisico?
Quando si dimagrisce troppo e troppo in fretta non solo poi si recupera peso in modo inevitale, appena si torna a mangiare normalmente, ma si perdono anche muscoli e tonicità: con un regime alimentare così restrittivo si riducono solo il quantitativo di acqua e massa muscolare, con il risultato di avere la pelle poco elastica e bella.
Secondo Lei sono in aumento i disturbi alimentari tra i giovani?
Sì, certamente, e non solo in base alla mia esperienza quotidiana di pazienti che frequentano il nostro studio (www.telemedicinaobesita.org): sono i dati ufficiali del ministero della Salute a dirci che, secondo l'ultimo censimento, ci sono ben 3 milioni di italiani che soffrono di disturbi alimentari, e si tratta prevalentemente di giovani. Tra loro sono molto diffuse la tendenza all'anoressia e a comportamenti errati: dopo una forte privazione alimentare, infatti, spesso si compensa, mangiando molto e arrivando poi a vomitare.
A cosa è dovuta, secondo Lei, la diffusione di questi comportamenti?
Esiste una situazione ambientale favorevole nei confronti di questi disturbi, un po' legata al disagio giovanile, un po' ai modelli proposti, un po' anche ai conflitti a livello familiare, con i genitori o tra i genitori, in caso di separazioni sempre più diffuse. Oltre ai classici disturbi, poi, come anoressia e bulimia, si stanno diffondendo anche i "comportamenti atipici". Si tratta di casi che non rientrano totalmente nelle categorie di anoressia e bulimia, ma ne hanno alcune caratteristiche: magari una perdita di peso molto forte, senza però arrivare al peso convenzionale che fa parlare di anoressia, o la mancanza di ciclo mestruale.