Panoramica

L’obesità è definita dalla World Health Organization (WHO) “accumulo di grasso abnorme o eccessivo, tale da rappresentare un rischio per la salute”.
Nei bambini e negli adolescenti l’obesità non mina solamente il benessere dei soggetti che ne sono affetti, ma rischia di comprometterne seriamente la salute, al punto che, per la prima volta nella storia degli Stati Uniti d’America, zona maggiormente colpita da questa vera e propria epidemia, i bambini rischiano di avere un’aspettativa di vita inferiore a quella dei loro genitori.
Nonostante l’evidenza dei rischi che comporta, l’aumento del peso medio è un fenomeno in rapida crescita nei Paesi occidentali, soprattutto nei contesti urbani: negli USA gli adulti in sovrappeso superano il numero dei normopeso, ma anche alcuni Stati europei presentano elevati livelli di prevalenza di soggetti sovrappeso e obesi.

L’Italia, con il suo 24% di prevalenza di bambini sovrappeso e obesi, mostra una situazione piuttosto preoccupante, mentre in Danimarca, che pure non ha una situazione così drammatica, gli adolescenti maschi obesi sono aumentati di 7 volte negli ultimi 14 anni dallo scorso secolo.

Le cause di questo incremento di sovrappeso e obesità nella popolazione generale, e nei bambini in particolare, che procede in modo inarrestabile a partire dagli anni ’70, possono essere in gran parte ricondotte a due fattori: alimentazione e attività fisica. Da un lato la maggiore diffusione della tecnologia ha determinato una diminuzione dell’attività fisica; dall’altro le abitudini nutrizionali hanno subito numerose modifiche, legate anche alle diverse strategie di marketing dei prodotti alimentari (inserimento di macchinette distributrici di merendine nelle scuole, aumento delle porzioni di cibo, aumentata disponibilità di fast food, ecc.).

Attualmente si calcola che in Italia ci siano 4 milioni di minorenni obesi e 16 milioni in sovrappeso, con prevalenze via via maggiori procedendo da Nord a Sud. Il picco di eccesso di peso tra bambini e adolescenti è registrato in Campania (36% di prevalenza).
Un bambino obeso ha un’alta probabilità di diventare un adolescente obeso e quindi un adulto obeso. Ciò ha una rilevanza notevole in termini di conseguenze per la salute, sia da un punto di vista fisico sia psicosociale: i fattori di rischio cardiovascolari, che si manifestano già nel bambino sovrappeso, tendono a persistere in età adulta; l’adulto in sovrappeso è a maggior rischio di aumento di resistenza all’insulina, ipertensione, ipertrigliceridemia, dislipidemia, malattie cardiovascolari, diabete non insulino-dipendente, colecistiti, difficoltà respiratorie e alcuni tipi di tumore. E’ quindi facile comprendere come l’obesità infantile rappresenti un costo elevato per la Sanità, in termini di risorse e di impegno: in Italia ogni anno, le patologie obesità-correlate costano al Servizio Sanitario Nazionale 22,8 miliardi di euro, di cui il 64% è dedicato esclusivamente ai ricoveri ospedalieri.

Al fine di arginare questa vera e propria epidemia sono state messe a punto linee guida in ambito nazionale ed internazionale: tra queste è possibile citare le linee guida dell’American Academy of Pediatrics (AAP), relative alla prevenzione e al trattamento, mentre in ambito italiano è stato sviluppato un Consensus nazionale sull’obesità infantile, messo a punto in maniera congiunta dalla Società Italiana di Pediatria, dalla Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, dalla Società Italiana di Nutrizione Pediatrica, dalla Società Pediatrica di Medicina dell’Adolescenza e dalla Società Italiana di Medicina Preventiva e Sociale.
Tali raccomandazioni rappresentano il punto di riferimento per la prevenzione e gestione della patologia.

Sovrappeso e obesita' in eta’ evolutiva: panoramica
I bambini nascono con una capacità di autoregolazione precisa ed efficiente. Sete, fame, sazietà e molti altri bisogni sono controllati nell'organismo animale con sofisticati meccanismi che garantiscono un equilibrio. Perché in natura gli animali mantengono costante il loro peso? La risposta è nelle capacità di riconoscere i propri bisogni e di dare loro una risposta adeguata, funzione compromessa nell'uomo da condizionamenti esterni, dalle abitudini familiari, dalle regole della società, ecc...

E' frequente riscontrare nell'obesità un'alterazione dei meccanismi autoregolatori. L'assunzione di cibo non è motivata solo dalla fame: si mangia perché è l'ora del pasto, perché è un modo di stare in compagnia, perché uno stato emotivo trova nel cibo una momentanea gratificazione o al contrario non si mangia perché non c'è tempo, perché si segue una dieta, ecc...
Se questa è una delle cause, è anche una delle risposte; riscoprire fame e sazietà, distinguere la fame biologica dalla fame emotiva, concedere tempo e attenzione al pasto, gustare e non divorare, ritrovare dunque un rapporto equilibrato con il cibo, fonte di sostentamento ma anche espressione di tradizioni, simbolo di cultura e manifestazione della propria personalità.

Sostenitori di questo percorso di cambiamento nei bambini e nei ragazzi sono i genitori ed i familiari, che hanno il compito di fare la spesa, organizzare la dispensa, programmare pasti equilibrati ed aiutare il bambino nella comprensione dei suoi bisogni e nella ricerca della risposta migliore.
Il bambino o l’adolescente fanno parte di un sistema-famiglia, di un sistema-scuola, di un sistema sociale in senso lato (mass-media e pubblicità, consuetudini culturali) che influenza fortemente le scelte e le abitudini di quel soggetto anche in campo alimentare.

Aspetto importante nella prevenzione e cura dell'obesità è anche l'attività motoria: il movimento, indipendentemente dallo stato di salute, è una necessità fisiologica per qualsiasi bambino.
È ugualmente importante che l'essere nutrito, pulito, accudito; in definitiva è parte integrante del suo processo di sviluppo, inteso nel senso più ampio del termine. Il movimento favorisce una crescita corporea armonica, fisica e psicologica, aumenta l'agilità e la forza e di conseguenza migliora l'autostima e il senso di benessere, favorisce l'apprendimento e riduce l'ansia per la prestazione scolastica, favorisce la socializzazione, abitua al rispetto delle regole e previene molte malattie dell'età adulta, oltre a permettere di sperimentare appieno i vari stimoli sensoriali e di acquisire autonomia, orientamento e identificazione con l'ambiente in cui il bambino vive. Un bambino attivo diventerà quasi sicuramente un adulto attivo e sano.

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